Il ruolo dell’educatrice in RSA: l’esperienza di Beatrice a Bereguardo
Nel mondo delle Residenze Sanitarie Assistenziali, il ruolo dell’educatrice spesso resta in ombra, pur essendo essenziale per il benessere degli ospiti. Beatrice, educatrice presso l’RSA di Bereguardo, ci ha raccontato la sua storia e l’approccio che adotta nel suo lavoro quotidiano, offrendo un esempio di come empatia, ascolto e creatività possano rendere la vita in RSA più stimolante e inclusiva.
Un percorso di vita dedicato alla cura degli altri
Beatrice, dopo aver lavorato in vari asili nido e in ambito scolastico, ha deciso di intraprendere una nuova strada, scegliendo di portare il proprio supporto all’interno di una RSA. “Mi incuriosiva questo mondo,” spiega. “È come se fosse l’opposto del lavorare con i bambini, eppure offre un senso di soddisfazione unico.”
Un giorno tipo all’RSA: creatività e stimoli cognitivi
Ogni giornata di lavoro per Beatrice è programmata con cura, anche se molto dipende dall’umore e dalla partecipazione degli ospiti. Attività come il cruciverba su lavagna e il gioco dell’impiccato stimolano la memoria e il ragionamento, e momenti come la tombola regalano allegria e socialità. “Mi impegno a proporre attività coinvolgenti e adatte agli anziani, anche se spesso trovo online solo idee per i più piccoli,” ci racconta Beatrice, che continua a cercare modi per adattare giochi e laboratori al pubblico della RSA.
Sfide quotidiane e strategie per superarle
Lavorare in una RSA è per Beatrice una sfida continua. Con il numero di ospiti in crescita, riesce a ritagliare del tempo per ognuno, anche solo per un saluto o due chiacchiere. “La sfida più grande per me è riuscire a coinvolgere tutti in qualche modo,” spiega. Inoltre, l’educatrice si trova spesso a dover inventare nuove attività con materiali semplici, come cartoncino e pasta di sale, offrendo agli ospiti la possibilità di esprimersi liberamente.
La costruzione di un rapporto di fiducia con gli ospiti
Il legame con gli ospiti si costruisce gradualmente, iniziando da colloqui individuali per conoscersi e instaurare un rapporto di fiducia. “Prima di proporre un’attività, informo sempre gli ospiti in anticipo. Ci tengo che sappiano cosa faremo e che ci sia interesse da parte loro,” spiega Beatrice. Grazie a questa trasparenza, gli ospiti partecipano con maggiore entusiasmo e si sentono parte integrante delle attività.
L’importanza dell’empatia e dell’ascolto
Tra i valori che Beatrice considera fondamentali nel suo lavoro spiccano l’empatia, l’ascolto e l’incoraggiamento. Gli ospiti spesso affrontano solitudine e vulnerabilità, e l’educatrice si impegna a offrire loro momenti di leggerezza e coinvolgimento. La dedizione di Beatrice rende ogni giornata un’opportunità per rafforzare questo legame e fare in modo che gli ospiti sentano la sua presenza come una garanzia di compagnia e supporto.
Guardando al futuro: l’auspicio per una maggiore attenzione alle RSA
Beatrice sogna un futuro in cui le strutture per anziani ricevano la stessa attenzione riservata a quelle per l’infanzia, con materiali stimolanti e attività mirate. Ispirandosi al metodo Montessori, introduce pratiche innovative e cerca di rompere il pregiudizio secondo cui “gli anziani non hanno bisogno di stimoli”. Con il suo lavoro, Beatrice dimostra ogni giorno quanto le persone possano trovare benessere e serenità, anche nella fase finale della loro vita.
L’esperienza di Beatrice è un invito a riscoprire l’importanza del ruolo educativo in RSA e a comprendere il valore di chi, come lei, dedica la propria professionalità e umanità al benessere degli anziani.
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